A febbraio l’Istat stima un aumento dell’indice relativo al clima di fiducia dei consumatori, che passa da 100,9 a 104. Rimane stabile, invece, l’indice relativo alla fiducia delle imprese.
Un dato che, come avvenuto per l’andamento del tasso di inflazione, non deve trarre in inganno. La situazione di parziale miglioramento, dovuta principalmente all’attenuazione dei rincari sul fronte energetico, non deve e non può far abbassare la guardia verso le difficoltà delle famiglie, specialmente quelle meno abbienti.
L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori rileva ancora grandi difficoltà da parte delle famiglie, che in molti casi (oltre ¼) non riescono o temono di non riuscire più a breve a far fronte ai consumi fondamentali. Crescono di giorno in giorno le rinunce: prosegue la riduzione del consumo di carne e pesce, pari al -16,9% (settori in cui si nota anche uno spostamento verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); la riduzione del consumo di frutta e verdura (che riguarda il 12,9% dei cittadini); oltre che la ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 47% dei cittadini), acquisti presso discount. A tali dati si aggiunge la progressiva rinuncia all’utilizzo dei mezzi propri, per ricorrere all’utilizzo di mezzi pubblici +8,9% (fattore che determina ricadute negative un servizio, in molte realtà, è ancora estremamente carente).
Alla luce di questa situazione è necessario che il Governo avvii politiche di sostegno ai redditi e al potere di acquisto delle famiglie, soprattutto quelle con minore capacità di spesa, senza tralasciare l’azione di contrasto al caro-energia: attraverso la sospensione dei distacchi per morosità, la previsione di una garanzia per la rateizzazione lunga delle bollette, la costituzione di un Fondo contro la povertà energetica e il contenimento del costo dei carburanti, che incidono fortemente sulla determinazione dei prezzi di beni e servizi.
Le risorse per tali operazioni dovranno essere ricavate dal potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all’evasione e all’elusione fiscale, prevedendo anche un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie.